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Recensioni un po' dettagliate della trilogia. Il film migliore resta il 1°, ma anche il 3° non è male.
RAGAZZI PERDUTI (The Lost Boys - Joel Schumacher, 1987)
Il film è sostanzialmente un mix di elementi diversi: un po' horror vampirico, un po' commedia adolescenziale e un po' romanticismo decadente alla Anne Rice. Il misto di vampirismo e ironia si era già visto in Ammazzavampiri, ma questo film si muove su binari completamente diversi. Ammazzavampiri giocava coi clichè cinematografici del vampiro nobile alla Christoipher Lee. Sarandon era un succhiasangue letale ma dai modi eleganti e raffinati, sottomesso ai canonici vincoli (timore della croce, necessità di essere "invitato" nelle case altrui), Ragazzi perduti non ha lo stesso spirito cinefilo. I mostri sono vampiri, ma potrebbero benissimo essere licantropi o altro e non cambierebbe nulla. L'immaginario di riferimento è quello modaiolo e "pop" di MTV. Kiefer Sutherland e compagni sono teppisti motorizzati che assumono continuamente pose cool da ragazzacci pseudo-ribelli pronti per un videoclip. Il regista Joel Schumacher si impegna, forte anche di un budget notevole, ma ha chiaramente difficoltà a fondere le diverse anime. La parte umoristica funziona bene, diverte senza scadere nella parodia. Indimenticabile, per esempio, il personaggo di Edgar Frog interpretato da uno scatenato Corey Feldman che si atteggia buffamente a Rambo. Anche la parte sentimentale non è malaccio. Quel che funziona meno è la componente horror: il film suscita poca tensione s si limita a qualche sporadico spavento. Una qualità aggiuntiva è lo spirito "anni '80" che permea ogni inquadratura, dalle pettinature esagerate al palestrato sassofonista da spiaggia. Il risultato cpmplessivo non è un capolavoro, ma funziona. Un piccolo classico e, a modo suo, un segno dei tempi.
Secondo quanto si legge sul web. alla radice dei due tardi seguiti c'è un reality-show. Una specie di Grande Fratello VIP cui prendono parte i due Corey, Feldman e Haim. Il successo del reality risveglia l'interesse del pubblico per il passato cinematografico dei due e spinge una casa di produzione a mettere in cantiere i seguiti di Lost Boys. Sfortunatamente Haim ha problemi di tossicodipendenza e, dopo qualche tentativo, viene escluso dal progetto. Nel DVD inglese di The Tribe è possibile vedere alla sezione Extra un paio di scene da lui interpretate. Alla resa dei conti, degli attori originari resta il solo Corey Feldman.
(Purtroppo Haim non finirà bene. A causa del fisico minato dalla droga, morirà nel 2010 di polmonite. )
LOST BOYS: THE TRIBE (P.J. Pesce, 2008)
Il film si presenta come un seguito, ma è di fatto un remake non dichiarato. Anche qui ci sono due fratelli che si trasferiscono in una nuova città, e una dei due prende una sbandata per un tizio (un surfista faccia-da-schiaffi...) che si rivelerà un vampiro. I confronti col passato sono impietosi. Il budget è chiaramente ristretto, mancano gli eccessi generazionali anni '80, ma soprattutto manca l'ironia, malamente rimpiazzata da brutte gag occasionali buttate a casaccio. Purtroppo gli stessi cliché e gli stessi stereotipi NON funzionano in un contesto serio. L'esempio più lampante è proprio Corey Feldman, che ripropone il suo personaggio alla Rambo, ma lo fa in modo SERIO, risultando solo datato e involontariamente ridicolo. Rispetto al primo film aumenta la quantità di sangue e nudi femminili, ma la tensione resta pochissima. Le strizzate d'occhio, tipo la scelta di rimpiazzare Kiefer Sutherland col fratellastro Angus Sutherland, riescono solo a irritare. In parole povere: un film evitabilissimo!
LOST BOYS: THE THIRST (Dario Piana, 2010)
Il secondo seguito è diretto dal nostro Dario Piana, regista di innumerevoli spot e di due film, Sotto il vestito niente 2 e Le morti di Ian Stone, un po' sottovalutati. Il nuovo film ha il merito di recuperare l'ironia, aggiornandola ai tempi. Al posto dell'humour sbracato anni '80 emerge uno spirito "fumettistico" più vicino ai telefilm di Buffy. Stavolta Corey Feldman è protagonista assoluto, libero di gigioneggiare, e aggiunge all'umorismo una vena malinconica che non guasta. Edgar Frog, il suo personaggio, si atteggia sempre a Rambo spaccamontagne, ma è di fatto un fallito. Non possiede nemmeno una casa, vive in una roulotte da cui viene addirittura sfrattato! Spassoso anche il personaggio interpretato da Tanit Phoenix, una scrittrice chiaramente modellata su Stephanie Meyer, l'autrice di Twilight. Il film non perde mai occasione di sottolineare quanto schifo facciano i suoi libri e quanti danni abbiano provocato alla cultura horror! Certo, i difetti non mancano, a partire da una confezione un po' cheap, ma l'insieme avvince e diverte. Almeno una visione è straconsigliata.
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